STIME

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Sarò fastidiosa.
Sarà che il mio karma ha scelto di abbandonarmi a me stessa.
Sarai un pirla.

Ecco.

Il caldo ha preso possesso della nostra quotidianità. Ha colpito tutti. Dal commesso del centro commerciale che passa in un battito di ciglio dall’essere circondato da pinguini infreddoliti a scimmiette urlatrici appese ad alberi immaginari.

Freddo, caldo, caldo, freddo e…TAC.

Ero al centro commerciale.
Causa impellente e sufficientemente chiara senza il bisogno di scriverlo, ero in coda.

La tizia dopo di me – perché è così – inizia a raccontarmi razzi e mazzi della sua vita.
Eh niente.

Mentre aspetto inesorabile il mio turno – proprio tranquillissima non ero – ecco che dice: “Ho comprato un gratta e vinci, chissà se oggi è il mio giorno fortunato!”

Gratta.
Controlla.
Ha vinto. 500 euro. Hai letto bene, cinquecento euro. LEI, NON IO.

Al centro ero con un mio amico che poco dopo mi descrive una tizia che aveva incontrato al bar, voleva un grattino, ha smartellato gli zebedei al cassiere perché voleva proprio quello. Pretendeva di avere il gratta e vinci che contenesse il numero 7 nella serie. Chissà per quale diceria. Il commesso esausto gliel’ha cercato. Venduto. Pagato.

Mi faccio descrivere la tizia, ho l’impressione che fosse la simpa della compa che ho incontrato poco dopo in bagno, in attesa, dopo di me.

Appariscente e loquace – più logorroica, direi. –

“La tizia ha vinto cinquecento euro” dico io.

Ah. Stime. Grandi stime.

Che poi il titolo è da intendersi come un gentile insulto alla romana.
Dove la gei di giolli la fa da padrona.
Dove la romanità che mi manca fa capolino nella mia testa e spunta inesorabile come una smorfia incontrollata.
Esatto.
Proprio così.

Mentre tu stai cercando di capire quale smorfia appare sulla mia faccia, ti propongo un invito.
Pensa all’ultima volta che avresti voluto dire STIMECOJONI e…avevi la mia stessa faccia stupefatta.

Così.

Niente di più, niente di meno.

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